L’Europa delle Competenze

European Qualifications Framework: cos’è e come funziona

In ottica di avviare un’opera univoca di definizione e referenziazione degli standard di competenze presenti all’interno dei “suoi” Paesi, l’Europa ha sviluppato un framework definito EQF-European Qualifications Framework o Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (https://ec.europa.eu/ploteus/sites/eac-eqf/files/eqf_brochure_en.pdf), che si declina in 8 differenti livelli (partendo da un livello 1, basico, e raggiungendo un livello 8, estremamente avanzato, con un meccanismo che è esattamente similare a quello predisposto per le classificazioni utilizzate all’interno dei corsi di lingua straniera) a seconda dei risultati formativi raggiunti su un triplice binario rappresentato dalle variabili della conoscenza, dei compiti e delle competenze. In pratica, si tratta di un quadro comune europeo di riferimento studiato per collegare fra loro i sistemi di qualificazione dei diversi Paesi, fungendo da “dispositivo di traduzione” allo scopo di rendere le qualifiche più “leggibili” (e dunque comprensibili) tra Stati e sistemi europei differenti.

L’EQF lavora su due dimensioni:

• una “level dimension”, ovvero “how the complexity of the learning outcomes increases along with the qualification levels. For example, the level of autonomy expected of the holder of a level 2 qualification is much less than the expectations of a level 7 qualification holder”;

• una “learning domains dimension”, che distingue tra “knowledge, skills and autonomy/responsibility, allowing different types of qualifications to be classified at the same level. For example, qualifications with the same overall learning outcomes level can be of a more academic, vocational or professional orientation.”

Si tratta di un criterio classificatorio applicabile alle professioni che procede per tassonomie omogenee e condivise, e che rappresenta in sostanza la sommatoria comunitaria dei vari NQF (National Qualification Framework) utilizzati dai singoli Paesi membri.

Dopo una prima fase preparatoria, l’EQF è stato adottato ufficialmente il 23 aprile 2008, con due obiettivi formali legati, rispettivamente, ad offrire la possibilità ai cittadini europei di spostarsi nei diversi Paesi dell’Unione facendo comunque valere crediti formativi e titoli ottenuti in patria, e ad agevolare le esperienze di lifelong learning, legate alla necessità di prevedere forme di apprendimento formativo continuo dell’individuo lungo tutto il corso della sua vita. Alla base della sua introduzione, un approccio innovativo che, invece che basarsi su contenuti, programmi, durata, tipologia di studi, rimane focalizzato piuttosto sui risultati conseguiti in termini di apprendimento, definiti esattamente in base a ciò si conosce, comprende e si sa fare a valle di un percorso di formazione.

La “griglia” europea è in grado, nelle sue premesse, di apportare benefici concreti sia ai singoli profili che, in senso più esteso, ai datori di lavoro ed ai vigenti sistemi di istruzione e formazione. Questo perché, in prima battuta, la sua adozione sistemica offre la possibilità di trasferire (o di impiegare più facilmente) le qualifiche acquisite in diversi Paesi, aumentando di conseguenza i trend di mobilità per studenti e lavoratori nell’Unione. Ancora, l’EQF accresce, come accennato più sopra, il lifelong learning stabilendo un terreno comune che non risente di barriere tra i diversi enti che erogano istruzione e formazione, promuovendo al contempo la progressione dell’apprendimento. In più, l’adozione di questo standard mira anche ad agevolare la validazione di apprendimenti non-formali/informali, con conseguente beneficio per coloro che abbiano accumulato esperienze lavorative differenziate. Peraltro, l’EQF lavora anche in sintonia con la necessità di mercato di disporre di qualifiche internazionalizzate, ponendosi come strumento di agevolazione per il confronto ed il collegamento tra qualifiche rilasciate da autorità di matrice nazionale e qualifiche provenienti da soggetti “altri”. Per far ciò in concreto, il Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente stimola lo sviluppo di sue appendici nazionali deputate alla qualificazione sul territorio. Per l’Italia, il recepimento dello standard è transitato nelle mani dell’ISFOL, oggi INAPP.